Prestazione occasionale e appalti: cosa sapere

La prestazione occasionale è uno strumento molto utilizzato nel mondo dei servizi e negli appalti, in particolare per attività promozionali e incarichi brevi. Ma nel contesto delle gare d’appalto pubbliche e private, va gestita con attenzione per evitare irregolarità o inquadramenti errati.

Con l’entrata in vigore del D.Lgs. 36/2023, la corretta contrattualizzazione dei lavoratori è diventata un elemento cruciale anche in sede di valutazione tecnica e criteri sociali dell’offerta.

📌 Cosa prevede la legge sulla prestazione occasionale

  • Massimale annuo: 5.000 euro per lavoratore
  • Durata massima: 280 ore annue per ciascun committente
  • Obbligo di comunicazione preventiva all’INPS

Approfondisci qui: Definizione INPS della prestazione occasionale.

⚠️ Rischi negli appalti: quando evitare

L’uso improprio della prestazione occasionale può comportare sanzioni in caso di ispezioni o accertamenti DURC/INL. È sconsigliabile utilizzarla in ambito appalti per:

  • mansioni ripetitive e continuative
  • attività in luoghi e orari prestabiliti
  • servizi di sicurezza, accoglienza o pulizie

🔄 Alternative: collaborazioni e subappalto regolare

Per le imprese che partecipano a bandi pubblici, è più sicuro ricorrere a:

  • contratti di collaborazione coordinata
  • subappalti regolarmente dichiarati
  • inserimento in RTI o ATI di soggetti specializzati

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